sabato 9 febbraio 2013

Dove sta la felicità


Tra un bambino che riusciamo
a rendere curioso delle cose 
e un altro che siamo riusciti ad indottrinare
non c'è una semplice differenza:
la felicità,
che può abitare nel primo ma non nel secondo.

(Raffaelli, 2005, p 16)


giovedì 7 febbraio 2013

Libri sonori


Ho notato che i libri sonori sono molto in voga come regalo per i bambini piccoli.
Ma.. cosa sono i libri sonori??



Si tratta di libri in cui le immagini sono affiancate da tasti che riproducono una variegata possibilità di suoni  in tema con le immagini e la storia narrata.                                         Esistono libri sonori che riproducono il suono di uno strumento musicale, canzoncine a tema, i rumori della città, ma sicuramente i più venduti e più apprezzati dai bambini sono quelli che riproducono i versi degli animali ma anche il contesto nel quale sono registrati, con sottofondo di altri rumori tipici. I bambini piccoli sono affascinati dai versi degli animali, forse perché a differenza delle parole umane sono più onomatopeici o forse solo perché sono un linguaggio più semplice e più vicino al loro, quindi più comprensibile.
Sorridono quando li sentono, muovono le labbra, provano ad imitare i suoni che ascoltano; non a caso le loro prime espressioni verbali sono proprio la riproduzione di versi di animali.



mercoledì 6 febbraio 2013

Libri tattili illustrati

Questi libri sono nati per soddisfare i bisogni di quei bambini con diversa abilità visiva.
I libri tattili sono in verità libri per tutti.
Libri che amano essere toccati, sfiorati, accarezzati da mani curiose che cercano emozioni nuove, fatte di magici puntini ed immagini in rilievo; un modo per rendere le mani libere di immaginare.

Questi libri offrono particolari sensazioni ed emozioni che spesso gli occhi, da soli, non sono in grado di vedere. 



I libri tattili vengono utilizzati come strumenti didattici per la stimolazione della percezione tattile in quanto questi albi vengono illustrati con diversi materiali, forme, textures (a volte accompagnati anche dalla scrittura braille o con caratteri ingranditi) riescono a regalare ai lettori il sapore delle cose belle e rare di cui l'albo sta raccontando. 

Sospesi tra il libro didattico e quello d’artista: sono strumenti realizzati a mano, sono diventati nel tempo focus di interesse di artisti ed insegnanti puntando l'attenzione sulle nuovo tecniche di comunicazione, in quanto il libro tattile è un modo altro di pensare la grafica e l’illustrazione. 
si può dire che l'albo illustrato traduce una sfida multi-sensoriale.


giovedì 24 gennaio 2013

Durante lo stage...

...ho avuto la possibilità di assistere a delle sedute logopediche dei due logopedisti del Centro. I due logopedisti seguivano due procedure di lavoro diverse.
Il primo si occupava della rieducazione linguistica di bambini dall'età dai sei anni in poi tenendo presente alcuni aspetti linguistici fondamentali:
  • aspetto fonetico-fonologico (valutava e quantificava il vocabolario posseduto dal bimbo); per tale aspetto il logopedista faceva uso di protocolli specifici o si esercizi mirati agli aspetti sopraindicati. 
  • aspetto lessicale-semantico (cerca di espandere il vocabolario del bimbo attraverso esercizi mirati; vengono create categorie semantiche, e cercava di attribuire dei sensi secondari a un significato basilare di un termine); in questo aspetto il professionista forniva al bambino uno schema in cui veniva chiarita la distinzione degli essere animati e non animati creando così le categorie di base che il suddetto bimbo non possedeva. Per verificare che il bambino, dopo un modesto periodo di tempo trascorso, avesse acquisito tali categorie gli poneva delle domande ("Chi fa le uova?" oppure "Quali sono gli animali?") se il bimbo rispondeva correttamente alle domande significava che aveva interiorizzato le categorie e il logopedista poteva proseguire con esercizi gradualmente più complessi mirati ad ampliare i concetti e il vocabolario del bimbo, se invece il bimbo dimostrava di non aver interiorizzato le categorie il Logopedista effettuava degli esercizi di recupero e di rafforzamento sempre progredire. Per rafforzare questo aspetto si sono usati anche dei giochi da tavolo come il Tactil.
  • aspetto morfo-sintattico (costruzione della frase, creazione della struttura tematica del verbo); il Logopedista utilizzava due semplici domande "Chi è? Che cosa fa?" basandosi su fotocopie strutturate composte da tre aspetti: sintesi (cioè la frase), soggetto (chi), azione (che cosa fa). Questa struttura permette al bimbo di formulare della frasi minime complete aiutandosi con le immagini. 
  • aspetto predicativo-narrativo (creazione di semplici-brevi storie, creazione di brevi storie formate da sequenze, creazione di brevi storie formate da tre sequenze e successivamente da quattro); questo aspetto posso dire che raggruppa gli altri tre, li unisce. 
Il secondo logopedista che mi ha accolto nella sua seduta si occupava di un'utenza compresa tra gli uno e i cinque anni. Questa secondo figura proponeva giochi piuttosto che esercizi statici, data l'età dei bambini con cui aveva a che fare. Durante la seduta ho assistito e giocato con la bambina di tre anni affetta da un ritardo linguistico rispetto alla sua età. Le attività sono state tre:
  1. Il gioco della "P". Il gioco si svolgeva seduti a un tavolino rotondo, a misura di bimbo, ogni partecipante compresa la bimba aveva in mano una consonante di plastica 3D colorata (il questo caso specifico la lettera P ma può essere una qualsiasi consonante), in centro al tavolo erano disposte le vocali colorate in 3D. Ogni partecipante doveva mostrare la "P" alla bambina e mantenendo il contatto visivo pronunciare a voce alta la sillaba scegliendo una delle vocali a disposizione (ad esempio "PA"). La bambina poi era invitata a riconoscere tra le vocali a disposizione quella pronunciata e accostarla alla "P" del giocatore che aveva pronunciato la sillaba. Questo meccanismo è stato ripetuto da ogni partecipante compresa la bambina. Se questa aveva svolto correttamente la prima fase si passava alla seconda: il gioco veniva ripetuto schermando la bocca del partecipante che pronunciava la sillaba con la mano in modo tale da vedere se la bambina sapeva riconoscere tutte le sillabe pronunciate senza leggere il labiale.
  2. Trova l'immagine. Sempre seduti al tavolino rotondo, il Logopedista dispone al centro di esso delle figure delle parti di un volto in ordine confuso. Successivamente questo pronuncia il nome di una parte del viso e la bambina doveva prendere in mano la figura corretta. Anche questo gioco viene poi ripetuto a bocca schermata. 
  3. Momento di psicomotricità. Per allentare la tensione e sciogliere la muscolatura della bimba ci eravamo spostati nella sala di psicomotricità, dove il Logopedista aveva invitato la bambina e me a giocare con l'hula hop, esercizio che serve per migliorare il controllo del corpo e dello spazio circostante. Successivamente vennero proposte delle attività per sciogliere i movimenti della bocca (il soffiare per esempio all'interno di una scatole facendo ruotare la girandola che vi è all'interno).
Spero che questo mio "racconto" vi sia piaciuto e incuriosito :)

domenica 5 febbraio 2012

Come scrivere in Braille.

Eccomi qui a rispondere alla domanda che mi è stata posta del nostro visitatore l'altro giorno. Allora certo esistono delle macchine da scrivere che producono l'alfabeto braille. Ma partiamo dall'inizio.
Inizialmente si utilizzava uno strumento semplice ed economico: una tavoletta e un punteruolo.
Questa tavoletta è dotata di poche righe (4-5), qui occorre spostare il foglio per poter proseguire la scrittura; ma esiste una versione più grande in cui il foglio viene sistemato una volta sola fino ad averlo riempito.
Il punteruolo ha un'impugnatura di legno o di plastica, la punta è di metallo con la quale "buca" la carta lasciando sul retro del foglio un punto in rilievo.



Questo metodo di scrittura Braille produce i segni in rilievo, combinazioni di puntini, sulla faccia opposta del foglio di carta rispetto a quella dalla quale si punzonano. Ciò rende impossibile leggere ciò che si sta scrivendo ma la dattilobraille, la quale consente la scrittura e la lettura sulla medesima faccia del foglio (quella rivolta verso l'alto) ha risolto questo problema.


In pratica la dattiloBraille è una macchina da scrivere per scrivere in Braillle. Questa non ha un tasto per ogni carattere, ma ha solo sei tasti che corrispondono ai sei punti: uno per lo spazio, uno per tornare indietro di una posizione e uno per andare a capo. A partire dal centro andando verso sinistra si trovano i tasti per il punto 1, per il punto 2 e per il punto 3, mentre verso destra quelli per il punto 4, per il punto 5 e per il punto 6.
Per tanto per scrivere un carattere si premono contemporaneamente i tasti relativi ai punti che lo compongono. Di tali macchine da scrivere ne esistono due tipi: quelle meccaniche e quelle elettroniche.
Le dattiloBraille elettroniche di ultima generazione permettono di svolgere delle funzionalità più avanzate oltre a quella di semplice scrittura: prevedono la possibilità di impaginare e salvare un testo prima che questo venga stampato e possono essere collegate ad una normale stampante e stampare il materiale sia in Braille che in nero. Inoltre possono fungere da stampante Braille se collegate ad un computer.


Nella nostra era super tecnologica però vi sono anche delle barre Braille o detta anche barra labile, Braille labile o display Braille.
Questa è il principale strumento informatico per non vedenti; può essere applicata ad un qualsiasi computer e trasforma il contenuto di una riga del monitor in un testo Braille a rilievo.
La barra contiene generalmente 40 celle con una matrice di trasduttori che si alzano e si abbassano e sono così in grado di materializzare in rilievo il codice di un carattere ciascuna. Un’apposita interfaccia software consente di esplorare le videate a gruppi di 40 caratteri.
Alcune barre Braille si incastrano sotto la tastiera standard e dispongono inoltre di un tastierino funzionale aggiuntivo mediante i quali è possibile, ad esempio scorrere tutto il contenuto del video, ottenere la scansione del video per parole intere, compiere la definizione di tabulatori, fare la ricerca di stringhe, conoscere le coordinate del cursore o sapere il colore delle scritte visualizzate.

sabato 4 febbraio 2012

Il motto del centro!


Eh già...

Sapete non credevo che al Centro Audiofonologico facessero tutte queste cose prima che iniziassi lo stage!
Inizialmente avevo scelto di fare stage li perché in un periodo precedente avevamo studiato in biologia i sensi e tutto ciò che era collegato ad essi, inclusi i possibili deficit e lesioni che potevano subire.
Il mio interesse aumento quando decisi di documentarmi e informarmi su come era possibile la riabilitazione dei soggetti ma sopratutto dei bambini affetti da tali deficit. Così parlando con la mia docente d'indirizzo (ho frequentato il liceo socio-psicopedagogico) sono venuta a conoscenza dell'esistenza del Centro Attilio Stocco e della possibilità di farvi stage.
Così non ho esitato e ho preparato la richiesta per per andar li a svolgere lo stage, una volta arrivatami la conferma che potevo andarci, ho iniziato con l'argo anticipo a documentarmi e a informarmi sui servizi che offriva il centro e sulla composizione del loro personale in modo tale da affrontare coscienziosamente il mio stage, sapendo bene quale era la tipologia d'utenza che avrei incontrato e le figure professionali con cui avrei parlato.