Eccomi a rispondere a Giada.
Certo nel centro vi sono anche utenza affetta da, come si dice gergalmente, deficit visivo. Ora ti spiego di cosa si tratta.
All'ora il deficit visivo o meglio chiamata ipovisione è una condizione fisica di limitata capacità dell'occhio di risolvere e percepire dettagli fini di un oggetto e dipende direttamente dalla nitidezza dell'immagine proiettata sulla retina (capacità che si chiama in termini specifici acutezza) avendo notevoli conseguenze sulla vita di tutti i giorni. Può essere causata da vari fattori. La vista si può ridurre fortemente in seguito a patologie che possono colpire diverse strutture oculari come la cornea alla retina, fino al nervo ottico.
Vi sono diversi tipi di acutezza visiva, che si stabiliscono a seguito di controlli oculistici specializzati in questo tipo rilevazione di deficit, tra i più rilevanti ci sono:
- minima acutezza di visibilità, cioè l'angolo minimo in cui l'occhio percepisce\riconosce uno stimolo visivo;
- minimo angolo di risoluzione, indica lo stato di salute della retina e la bontà e precisione del sistema ottico oculare nella valutazione della distanza tra due stimoli visivo posti vicini;
- acuità di allineamento, s'intende il minimo spostamento spaziale percepibile tra due figure, a volte è talmente elevato che viene anche denominata super acuità;
- acutezza visiva di riconoscimento, è il genere più comunemente conosciuto ed esprime la capacità di riconoscere una determinata forma tra le tante possibili (attraverso il processo di discriminazione) come ad esempio una lettera dell'alfabeto;
- sensibilità al contrasto, è la capacità del sistema visivo di apprezzare il contrasto fotometrico, cioè la differenza di luminosità che presentano due zone adiacenti.
Questi tipi di controlli visivi venivano effettuati, tutti e cinque, su ogni paziente per avere così un quadro clinico più dettagliato e più specifico del tipo di ipovisione che il soggetto portava.
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